Apocalisse

  • Formato cm 21,5 x 16
  • 140 carte
  • Stampa fine art
  • Applicazione dell’oro in lamina
  • Carta pergamena trattata a mano per il raggiungimento dello
    stato ottimale  di invecchiamento
  • Legatura eseguita artigianalmente
  • Cucitura a mano
  • Incassatura su carta antica
  • Coperta in pelle con borchie

Descrizione

 Codice Ashburnham 415 Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Secolo XIV

Le cinquantadue tavole superstiti del racconto dell’Apocalisse di san Giovanni, conservate nel Codice Ashburnham 415 della Biblioteca Medicea Laurenziana, sono un elegante e aristocratico commento visivo al testo biblico, con un piglio immaginifico e suggestivo che le avvicina, per certi versi, più alle decorazioni di un romanzo cavalleresco che alle solenni partiture di una profezia. Il codice, che appartenne alla celebre collezione di John, conte di Ashburnham (1797-1878), fu acquisito, insieme al maggior nucleo della collezione dalla Laurenziana nel 1884: il piccolo formato (cm. 21,5 x 16) suggerisce una fruizione strettamente privata e intima del libro e delle sue illustrazioni che offrivano al godimento squisito di un membro della nobiltà «le visioni di meraviglie e mostri». Tuttavia, l’alato stile gotico oltremontano che assimila le profezie giovannee alla letteratura del fantastico e del meraviglioso, non deve stupire tenuto conto del pubblico sofisticato di questi preziosi manufatti librari. Lo stesso clima, lievemente favolistico, non entra in contraddizione con il severo argomento religioso esposto nelle immagini: il legame originario e archetipico tra fiaba e scritture sacre è, a tutt’oggi, uno dei temi più fecondi e frequentati dal pensiero critico.

Il testo scritto del Codice, come riferisce Chiara Frugoni, non è, tuttavia, quello biblico, bensì un commentario alle figure simboliche della rivelazione giovannea, collocabile tra il 1331 e il 1334, di ambito francescano e fortemente ispirato alla dottrina di Gioacchino da Fiore. Al contrario le miniature, databili intorno al 1290, lo precedono di molti decenni, accostandosi a quelle dei cicli apocalittici anglo-francesi, sviluppatisi a partire dal 1260; le illustrazioni, inoltre, risultano molto fedeli al testo del Nuovo Testamento e non subiscono alcun influsso della peculiare interpretazione teologica di Gioacchino. L’anonimo redattore del commentario gioachimita ha probabilmente scompaginato e reimpiegato un codice precedentemente illustrato dell’Apocalisse, eliminando il testo originale della Scrittura e risistemando le immagini il più possibile coerentemente alla propria esegesi.

Protagonista di quasi tutte le miniature è ovviamente Giovanni, l’Apostolo ed Evangelista che la tradizione ecclesiale ritiene l’autore del quarto vangelo, di tre epistole e, appunto, del libro della rivelazione finale.

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