- Secolo XVI (primo decennio)
- Formato cm 32,5 x 21
- 293 carte
- Stampa fine art
- Applicazione dell’oro in lamina
- Carta pergamena trattata a mano per il raggiungimento dello stato ottimale di invecchiamento
- Legatura eseguita artigianalmente
- Cucitura a mano
- Incassatura su carta antica
- Coperta in pelle con impressione in oro
Descrizione
I Trionfi di Francesco Petrarca vol. I – Collezione Biblioteca Austiaca – codice 2581
La fortuna francese dell’opera di Petrarca e la grande libertà interpretativa con cui i miniatori d’oltralpe ne trassero spunto per le loro figurazioni sono testimoniate da questi Trionfi della Biblioteca Nazionale di Vienna, suddivisi in due volumi riccamente e singolarmente illustrati (l’altro è il ms. 2582).
Il codice che contiene la traduzione attribuita a Simon Bougouyne, appartenne a Renato II di Lorena (nipote di Renato II d’Angiò) il cui stemma si trova a f.1r; venne poi in possesso di Eugenio di Savoia e da questo nel 1738 passò alla raccolta dell’imperatore Carlo VI e quindi alla Biblioteca di Vienna; portato in Francia da Napoleone nel 1808, tornò a Vienna nel 1814.
La decorazione del manoscritto comprende, oltre alle iniziali decorate, 86 grandi miniature incorniciate da finestre architettoniche sormontate da timpani di varie fogge.
Rispetto alla tradizione italiana, si allarga qui il ruolo della narrazione episodica, che travalica la mera illustrazione dei carri trionfali e prende spunto dal testo poetico per sviluppare una sorta di ipertesto visivo: esso si estende alle vicende dei personaggi che animano i cortei descritti da Petrarca, seguendo la tradizione classica e medievale.
La ricchezza e l’invenzione delle miniature risiede anche nella capacità dell’artista di articolare in una medesima vignetta, diversi piani dell’azione nel suo svolgimento temporale. In tale modo, il codice assume il carattere di un teatro della memoria letteraria, un’enciclopedia visiva della storia e del mito ad uso del lettore, che potrà meglio apprezzare, attraverso queste illustrazioni così prossime a quelle diffuse dai romani, le molte implicazioni culturali del testo poetico.
Il volume faceva parte della biblioteca del duca Renato di Lorena, che come il nonno, promosse una raffinata produzione di manoscritti, facendo giungere nella regione, povera di personalità artistiche di rilievo, pittori e miniatori affermati: tra di essi Pierre Garnier, Georges Trubet (che era stato il miniatore preferito di Re Renato) e artisti di origine tedesca. Ma la personalità principale che fu attiva per il Duca di Lorena fu un artista anonimo di origine parigina, detto Maestro di Philippe de Gueldre che partecipa anche alla decorazione di questo volume, il cui ampio apparato illustrativo è opera di più mani (almeno otto).